I roving voluminizzati (bulky roving) trovano largo impiego per tessuti pesanti destinati all’isolamento termico ed a barriere antifuoco; nei compositi sono usati prevalentemente in pultrusione come coadiuvanti della resistenza trasversale dei profilati.
Sono ottenuti dalla combinazione di uno o più strati unidirezionali di roving parallelamente allineati a 0°, 90° o ± 45°. I multiassiali trovano applicazione nel rinforzo di pezzi piani o a grande raggio di curvatura grazie alle tecniche di impregnazione manuale, RTM, infusione, pultrusione per la realizzazione di parti strutturali e laminati impiegati nei seguenti settori: edilizia, industriale, energia, nautica, sport, aeronautica, automotive ed altre applicazioni industriali.
Si tratta di uno strato di stuoia su cui viene deposto random uno strato di fibre, tagliate da roving assemblato (potrebbe essere anche un mat, ma più costoso). I due strati sono tra loro legati da una cucitura abbastanza fitta, con filo fine di poliestere, che ne permette l’avvolgimento in un sol rotolo. Una recente evoluzione riguarda un accoppiato a triplo strato (una stuoia tra due mat) con lo scopo di ottenere una miglior resistenza alla delaminazione.
Progettate per la produzione di imbarcazioni, veicoli industriali, cisternistica, raccorderia, parti per edilizia ed agricoltura, ecc. Le grammature partono normalmente da 250 gr per estendersi ad oltre i 1000 gr/m2 mentre le altezze dai 10cm arrivano ad oltre 3 metri.
Giocando sul titolo in tex dei filati, sul numero di fili/cm e sul tipo di intreccio (weave) si possono realizzare articoli di varie grammature (da 15 gr/m2 ad oltre 1000 gr/m2), ma nella scelta di un tessuto risulta soprattutto importante il tipo di intreccio (detto anche armatura) in quanto ne determina planarità, stabilità e adattabilità.
Conferiscono al prodotto finale rigidità e stabilità dimensionali insieme ad un migliore aspetto superficiale del composito.
Il tipo di legante utilizzato ne differenzia la destinazione finale: - con leganti tipo poliestere viene usato come rinforzo di strati superficiali chimico- resistenti di tubi e serbatoi (di qui il nome di “surfacing mat”) - con leganti a base di resina fenolica o urea-formaldeide trova largo impiego come rinforzo di membrane bituminose, insonorizzante nelle pavimentazioni, elemento di finitura dei pannelli in lana di vetro.
Si tratta di un feltro, o materassino, costituito da fili tagliati (di solito da 50mm), disposti random su un piano orizzontale (di solito, un tappeto scorrevole a velocità variabile) e tenuti assieme da un legante in polvere o in emulsione (binder) più o meno solubile nella matrice da rinforzare.